19 DICEMBRE 2014 - GIORNO 157 - E' QUASI L'ALBA
E' indescrivibile la bellezza della notte che cede il passo al giorno.
Dalla finestra della mia stanza alle sei del mattino vedere l'alba non è concesso.
La citta' per la natura è una prigione dove i palazzi, come attente sentinelle, sorvegliano il cielo.
Eppure timidi raggi del sole eludendo i guardiani giungono a noi ostaggi metropolitani.
Io stamane quel sole l'ho visto sorgere nel buio della mia stanza.
Perche' è sufficiente respirare dal profondo della nostra anima per fondersi con il respiro stesso della Natura. Di cui siamo parte e che è parte di noi.
E' sufficiente mettersi in ascolto del proprio cuore, per soffocare i rumori della citta' che si risveglia.
E per stupirsi ad udire il fruscio' degli alberi nel cortile della scuola o il canto allegro e delicato di merli e passerotti.
E nel silenzio di un quasi giorno, quel respiro culla i tuoi pensieri fino a calmare la mente. Fino a quando sei dentro te stessa, lontana eppure in comunione con il mondo.
Una sottile melodia giunge da luoghi inesplorati della tua coscienza e come una dolce scala musicale percorre il tuo corpo innalzando lungo la schiena un vortice di luce dei colori dell'arcobaleno.
Dalla radice alla sommità del tuo capo.
Un riverbero accarezza i miei occhi ancora chiusi.
E mi sorprendo a scorgere un bagliore, che lentamente trasforma l'oscurita' in un nuovo mattino.
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