28 apr 2015



Non esistono colpevoli ma esistono persone

che cessano di esistere. E’ il minimo che 

possiamo fare. E’ giusto.


A. Baricco

Ricordo o desiderio dell'uomo che vorrei


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Ricordo o desiderio dell'uomo che vorrei


Desideravo fare l'amore, toccarla, annusarla, sentire il suo corpo sotto il mio.
Tenere la mia mano aperta sotto la sua schiena e toccare le sue ossa mentre si inarcava.
Avevo voglia di impressioni,respiri,confidenze,risate e parole sussurrate.
Voglia di attenzioni,tenerezze,carezze.
Avevo voglia di sussurrarle all’orecchio quanto mi piacesse.E baci.
Avevo voglia di baciarla.Sempre.
Voglia di restare a letto con lei dopo aver fatto l’amore,di sudare,mangiare la frutta,ridere del mondo.
Volevo lasciarmi andare totalmente al mio sentire,senza misurare le parole,i gesti,le attenzioni.
Senza dovermi né censurare,né trattenere.
Libero di essere ciò che volevo.
(dal WEB) 

24 apr 2015

NEGRAMARO - SEI TU LA MIA CITTA'



la strada si aggroviglia nei tuoi capelli
i lampioni che esplodono come fanali nei tuoi occhi
ha il cuore che sa di asfalto e di preghiere
e la macchine ti attraversano senza più guardare
e sciogliti i capelli nel fango solo se ci riesci
e allacciami i tuoi dubbi alle scarpe se poi tu non mi credi
se non mi credi
il cielo lo reggono ancora i miei difetti
le mani si incastrano e formano grattacieli
le scuse attaccale bene così non cadi
le unghie affilate resistono tagliando i vetri
e asciugami i pensieri col fiato degli ultimi alberi
accendimi di notte nel segno dei più bei ricordi
concedimi la pace dei treni senza più rimorchi
e montami negli occhi come un tram a fari spenti
investimi di luce se non mi vedi ancora in piedi
sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri
perché sei tu la mia città
la mia cittò
le case che aprono le gambe agli sconosciuti
e le chiese sono bocche di donne coi fucili appesi
le fabbriche sono vecchi indiani che fanno segni
il fumo porta via con sé gli ultimi avanzi
nascondami dagli altri son troppo comodi i tuoi denti
e sputami poi fuori quanto stenderai i tuoi panni
e lavami nel fiume se vorrai ancora indossarmi
e rimnoccami le maniche quando pioverai dai muri
e soffiami sul mondo come quasi fossi vento
sei tu la mia città
sei tu la mia città che mi spaventa quando è sera
che mi addormenta la mattina
e mi ricorda di esser tanti
una sola in mezzo a tanti
quando hai voglia di sentire
quando c’è il brivido degli altri
perché sei tu la mia città
sei sempre solo la città
che si colora quando è sera
mentre i vicoli son neri
e ti ricordi solo allora
della tua vera natura
e hai bisogno un po’ di me
per sentirti meno sola
per sentirti una città
che resta sempre un poco accesa 
sei tu la mia città

24 aprile 2015 - GIORNO 284 - Riflessioni 24 ore prima dei 34 !






C'e' che oggi va di moda il dover provare tutto per essere felici. C'e' che per sentirsi realizzati si ha il bisogno di essere approvati.. non da 1 ma da 10 100 1000 'likers'. Si perche' oggi contano le visualizzazioni del tuo profilo o la popolarita' dei tuoi post. Ma la vita fuori dalla piazza virtuale non e' poi cosi diversa. Perche' oggi per essere felici si ha il bisogno di avere il piede non in due ma in tante staffe:

"Se volete amare davvero qualcuno, smettetela di cercare attenzioni da chiunque perché non sarete mai contenti dell'attenzione di una persona sola"

Ma c'e' che oggi e' l'amore che non va piu' di moda.

( RIflessioni 24 ora prima dei 34!)

K.

23 apr 2015

23 aprile - GIORNO 283 - E'. Ovunque andra'.



23 aprile - GIORNO 283 - E'. Ovunque andra'.

E alla fine credo sia solo giunto il momento di andare.

No. Non e' l'amore ad andar via. Quello resta. E restera'. Per sempre. Piu' forte di quanto noi possiamo anche solo ricordarlo o immaginarlo.

Le mie parole hanno l'amaro retrogusto della resa. Ma non e' all'attesa che mi arrendo. Ne' al silenzio.

Mi arrendo piuttosto alla pretesa.

Di un sorriso.

Di un ritorno.

Di un PERDONO.

Alla pretesa di essere amata in virtu' di un ricordo o di cio' che poteva essere ma non e' stato.

Alla pretesa, nonche' presunzione, di poterti rendere felice.

E ritorno ad amarti. Dove amarti e' tacere e lasciarti tacere. Ma prima di tutto vivere.

Dove amarti e' desiderare che tu sia felice. Lontano da me.

Per ritrovarti forse un giorno con quel sorriso che sopra ad ogni cosa mi manca. Ma che manca piu' a te.

Ora vai. E torna a sorridere. Per te e per chi ti ha dato la vita. E se vorrai per un po' di questo amore immenso che lascio libero.

Perche' e'..ovunque andra'.

Tua Manuela











16 apr 2015

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16 aprile 2015 - Giorno 276 - PERCHE' LE RELAZIONI NON FUNZIONANO PIU'






16 aprile 2015 - Giorno 276 - PERCHE' LE RELAZIONI NON FUNZIONANO PIU' 


Sull'argomento, per esperienza, ma anche solo guardandomi attorno, potrei scrivere per giorni interi.

La difficolta' dei rapporti umani  nel nostro secolo. 

Avrei potuto dire ' per la mia generazione' , ma il cambiamento, anche se a livelli differenti, credo riguardi tutte le fasce di eta', escludendo forse i piu' anziani che non sono stati  'infettati' dai nuovi virus della tecnologia, ma che ancora conoscono il valore di un abbraccio o delle parole. Quelle dette a voce guardandosi negli occhi. 

Non e' la mia opinione che voglio esprimere oggi, non  attraverso la mia penna almeno . Ma riportando alcuni punti di un articolo che nella sua semplicita' , riassume come al giorno d'oggi vengono vissute le relazioni . L'autore dell'articolo elenca le ragioni per le quali, secondo il suo parere, i matrimoni non funzionano piu'. Io credo che il discorso possa essere esteso ai rapporti umani in generale, anche se le considerazioni fatte sono particolarmente appropriate nel caso degli affari di cuore. 

Vi lascio ai punti salienti da me scelti, ma vale la pena leggere l'intero articolo ( Cinque motivi per cui i matrimoni non funzionano piu' ).


" Siamo più connessi che mai, ma allo stesso tempo siamo lontanissimi.
Ammettiamolo, l'ultima volta che avete "parlato" con la persona amata, non avete neanche ascoltato la sua voce.
Potete essere al lavoro, in palestra, con i bambini al campo di calcio. Potete anche trovarvi nella stessa stanza.
Avete detto a vostra moglie della prenotazione al ristorante.... Con un messaggio.
Vostro marito vi ha mandato dei fiori a lavoro... grazie ad un app del telefono.
Entrambi avete cercato i mobili per la vostra nuova casa... su Pinterest.
Non c'è più alcun contatto fisico in queste azioni. Abbiamo rimosso il sentimento umano dalle nostre relazioni, e lo abbiamo sostituito con coloratissime bolle d'aria. In qualche modo riusciamo anche ad essere offesi da un messaggio sul telefono, accusando gli altri di essere "arrabbiati" o "tristi" quando, in realtà, non abbiamo idea di come si sentano davvero. Alla lunga, finiamo per litigare per questo.
Volete sapere perché i vostri nonni hanno appena festeggiato I 60 anni di matrimonio? Perché non hanno trascorso il loro tempo su Instagram per scoprire cosa ha mangiato John per cena. Non erano su Facebook a criticare altre persone. Non andavano in vacanza per mandare messaggi con Snapchat agli amici.
No.
Erano troppo occupati ad amarsi e rispettarsi, a parlare durante la cena, a camminare tenendosi per mano, senza telefoni. Non erano distratti da qualunque cosa fosse intorno a loro. Avevano dei sogni e li hanno inseguiti insieme.
Il nostro desiderio di attenzione supera il desiderio di essere amati.
I Social media ci hanno offerto l'occasione di diventare famosi. Adesso solo un selfie vi separa da una popolarità degna di una star. Pubblicate una foto e milioni di sconosciuti vi concederanno un "mi piace". Indossate meno vestiti e... voilà! Una pioggia di "like".
Ma c'è più di questo. Che ne dite del vostro stile di vita? M'imbatto in foto di persone impacchettate in abiti firmati, in locali alla moda e con qualche strano cocktail alla mano. So che questa gente è al verde, ma vende agli altri un'immagine di successo, semplicemente perché può farlo. I "like" e i commenti altrui garantiscono loro questa forma di gratificazione.
Se volete amare davvero qualcuno, smettetela di cercare attenzioni da chiunque perché non sarete mai contenti dell'attenzione di una persona sola. Questo vale anche per l'amore.
L'amore dovrebbe essere sacro. Non potete amare se siete troppo preoccupati dell'opinione altrui. Che si tratti di postare foto sui social, di comprare una casa per competere con gli altri o di fare vacanze da sogno, nessuna di queste cose ha davvero importanza.
I social media hanno invitato migliaia di persone nel vostro letto. 
Abbiamo rinunciato alla nostra privacy. Non c'è più nulla di intimo, è tutto spiattellato sul Web perché il mondo possa vederlo. Se andiamo in un posto o facciamo qualcosa, lo rendiamo subito pubblico. Invece di goderci il momento, ci perdiamo nel ciberspazio cercando di azzeccare lo status giusto o il perfetto filtro per la foto.
Non c'è niente di male a condividere i nostri momenti privati, anche io lo faccio. Ma c'è un limite? Quand'è che tutto questo diventa troppo?
Abbiamo invitato dei perfetti sconosciuti a casa nostra, gli abbiamo fatto vivere i nostri appuntamenti. Gli abbiamo mostrato il nostro guardaroba, li abbiamo fatti salire nelle nostre auto, gli abbiamo perfino fatto vedere il nostro costume da bagno. Possiamo anche far loro la valigia.

Il matrimonio è sacro. È il sacramento più bello ed ha in sé un'enorme promessa per i fortunati che ne fanno esperienza. Anche se sono divorziato, credo nell'amore vero e nella possibilità di costruire una vita stupenda con qualcun altro. È sempre stato il mio sogno, fin da ragazzo.
Ho davvero paura che il mondo di oggi ci stia sbarrando la strada verso questo obiettivo e verso una vita serena da condividere. Abbiamo sotto controllo alcune cose, mentre altre ci sono sfuggite di mano.
Potete essere d'accordo o meno.
La cosa non mi turba affatto. "
(da http://www.huffingtonpost.it/anthonydambrosio/5-motivi-matrimoni-non-funzionano_b_7068156.html?ref=fbpr ) 

K.

9 apr 2015

9 aprile 2015 - giorno 269 - 11/40 soltanto la verità...





9 aprile 2015 - giorno 269 - 11/40 soltanto la verità...

Non passa giorno in cui io non mi penta di non averti saputo amare abbastanza da tenerti al mio fianco. 

Non un giorno in cui non pensi a come sarebbe la nostra vita insieme oggi.

Ma non un giorno in cui la mia mente non ponga fine a questo supplizio ricordandomi che in ginocchio e in lacrime per settimane, mesi, per  quasi due anni io ho implorato inutilmente  il tuo perdono. Sono tornata dall'uomo che amavo per mantenere fede a tutti quei sogni che insieme avevamo sognato , ma che la mia follia aveva tenuto lontano. 

Perdono. 
Ti ho chiesto perdono. 

E non per aver commesso un reato . No. Perdono per non essere stata capace di impedire a quel dolore immenso che avevo dentro di rovinare la mia e la tua vita. Ti ho chiesto perdono per il mio dolore. Quel dolore che tu ti rifiutavi di vedere . E non ti biasimo per questo. Io allora non mi rendevo conto di cosa stava realmente accadendo. Non avevo alcun controllo sulle mie emozioni. 

Non sempre almeno. 

Perchè in certi giorni, la maggior parte di quei giorni infiniti, io sentivo solo la mia sofferenza. 
Negli altri riuscivo a percepire quanto male ti stavo facendo e li impazzivo. Perchè mi sentivo una bastarda, perchè io non lo sopportavo il tuo male. Perchè mi rendeva carnefice e non potevo essere vittima e carnefice nello stesso istante. Non era sopportabile per la mia anima. E ti allontanavo e mi chiudevo nei miei silenzi. Per non sentirlo. Ma urlava. Nei tuoi messaggi, nelle tue parole, nelle tue lacrime che erano pugnali su ferite aperte. Io non potevo ascoltare il tuo dolore, nè le tue richieste,ne' i tuoi desideri . Non perchè io non desiderassi tutto ciò che insieme avevamo sognato . Ma perchè non potevo soddisfarlo. Perche' non mi sentivo all'altezza del tuo amore. E nemmeno del mio per te. Dio solo sa quanto avrei voluto sposarti in quello stesso istante in cui sono scesa da quell'aereo e lasciare che quella notte il cielo ci portasse Flavia. Ma Dio sa anche quanto rancore e odio provavo nei miei stessi riguardi. E lo riversavo ingiustamente su di te senza rendermene conto accusandoti di qualcosa di cui non avevi colpa. 

E poi c'erano i giorni in cui il male si placava. I giorni piu'belli della mia vita.
Quelli in cui il cuore si liberava dei demoni della depressione e del dolore ed io potevo solo amarti. 
Sono stati i piu' belli della mia vita. Quelli in cui mi abbandonavo al nostro amore, ai baci lunghissimi, alle carezze, agli abbracci, al nostro modo speciale e un pò perverso   di vivere il sesso, ai sogni , al nostro futuro scritto sulla sabbia. 

Poi d'improvviso sull'anima ripiombava il buio. E quei baci, quei sogni, quegli orgasmi, io li detestavo. E te con loro.  Perchè mi opprimevano. Mi Terrorizzavano. Ricominciare con il rischio di fallire di nuovo, io non potevo permettermelo. Non con te. Dovevo guarire quel dolore che non aveva nulla a che vedere ne' con te nè con lui. Ma con la mia vita. Ma ci sono voluti anni prima che io la mia vita la riprendessi tra le mani. Ed allora odiarti e allontanarti e tornare da lui, da un male al quale mi ero abituata, era piu' facile e meno rischioso , che ricominciare con l'unico uomo che io abbia mai davvero amato. Perche' a Valerio avevo imparato a sopravvivere. Ma a un domani senza te, dopo averti amato come ti amavo e ancora ti amo non sarei sopravvissuta.

E quel domani è oggi e io a stento sopravvivo al dolore di averti perso ancora prima di averti trovato.

Tua

Manuela 

8 apr 2015

8 aprile 2015 - giorno 268 - Un motivo in piu'




"Come se a me piacesse scappare. No, a me piacerebbe avere un buon motivo per restare .. uno in piu' intendo."

K.

7 apr 2015

7 aprile 2015 - Giorno 267 - Fragilita'




L'uomo che ama solo se stesso scorgera' la bellezza nelle tue fattezze di donna. Ma solo un uomo disposto ad amare scorgera' la vera bellezza e la forza nella fragilita' del tuo esser donna.

K.

6 apr 2015

6 aprile - Giorno 266







Ammiro l'onesta' delle assenze. 

E detesto l'ipocrisia delle presenze distratte...

K.