9 apr 2015

9 aprile 2015 - giorno 269 - 11/40 soltanto la verità...





9 aprile 2015 - giorno 269 - 11/40 soltanto la verità...

Non passa giorno in cui io non mi penta di non averti saputo amare abbastanza da tenerti al mio fianco. 

Non un giorno in cui non pensi a come sarebbe la nostra vita insieme oggi.

Ma non un giorno in cui la mia mente non ponga fine a questo supplizio ricordandomi che in ginocchio e in lacrime per settimane, mesi, per  quasi due anni io ho implorato inutilmente  il tuo perdono. Sono tornata dall'uomo che amavo per mantenere fede a tutti quei sogni che insieme avevamo sognato , ma che la mia follia aveva tenuto lontano. 

Perdono. 
Ti ho chiesto perdono. 

E non per aver commesso un reato . No. Perdono per non essere stata capace di impedire a quel dolore immenso che avevo dentro di rovinare la mia e la tua vita. Ti ho chiesto perdono per il mio dolore. Quel dolore che tu ti rifiutavi di vedere . E non ti biasimo per questo. Io allora non mi rendevo conto di cosa stava realmente accadendo. Non avevo alcun controllo sulle mie emozioni. 

Non sempre almeno. 

Perchè in certi giorni, la maggior parte di quei giorni infiniti, io sentivo solo la mia sofferenza. 
Negli altri riuscivo a percepire quanto male ti stavo facendo e li impazzivo. Perchè mi sentivo una bastarda, perchè io non lo sopportavo il tuo male. Perchè mi rendeva carnefice e non potevo essere vittima e carnefice nello stesso istante. Non era sopportabile per la mia anima. E ti allontanavo e mi chiudevo nei miei silenzi. Per non sentirlo. Ma urlava. Nei tuoi messaggi, nelle tue parole, nelle tue lacrime che erano pugnali su ferite aperte. Io non potevo ascoltare il tuo dolore, nè le tue richieste,ne' i tuoi desideri . Non perchè io non desiderassi tutto ciò che insieme avevamo sognato . Ma perchè non potevo soddisfarlo. Perche' non mi sentivo all'altezza del tuo amore. E nemmeno del mio per te. Dio solo sa quanto avrei voluto sposarti in quello stesso istante in cui sono scesa da quell'aereo e lasciare che quella notte il cielo ci portasse Flavia. Ma Dio sa anche quanto rancore e odio provavo nei miei stessi riguardi. E lo riversavo ingiustamente su di te senza rendermene conto accusandoti di qualcosa di cui non avevi colpa. 

E poi c'erano i giorni in cui il male si placava. I giorni piu'belli della mia vita.
Quelli in cui il cuore si liberava dei demoni della depressione e del dolore ed io potevo solo amarti. 
Sono stati i piu' belli della mia vita. Quelli in cui mi abbandonavo al nostro amore, ai baci lunghissimi, alle carezze, agli abbracci, al nostro modo speciale e un pò perverso   di vivere il sesso, ai sogni , al nostro futuro scritto sulla sabbia. 

Poi d'improvviso sull'anima ripiombava il buio. E quei baci, quei sogni, quegli orgasmi, io li detestavo. E te con loro.  Perchè mi opprimevano. Mi Terrorizzavano. Ricominciare con il rischio di fallire di nuovo, io non potevo permettermelo. Non con te. Dovevo guarire quel dolore che non aveva nulla a che vedere ne' con te nè con lui. Ma con la mia vita. Ma ci sono voluti anni prima che io la mia vita la riprendessi tra le mani. Ed allora odiarti e allontanarti e tornare da lui, da un male al quale mi ero abituata, era piu' facile e meno rischioso , che ricominciare con l'unico uomo che io abbia mai davvero amato. Perche' a Valerio avevo imparato a sopravvivere. Ma a un domani senza te, dopo averti amato come ti amavo e ancora ti amo non sarei sopravvissuta.

E quel domani è oggi e io a stento sopravvivo al dolore di averti perso ancora prima di averti trovato.

Tua

Manuela 

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