23 nov 2014

23 NOVEMBRE 2014 - GIORNO 132 - CAMBIARE, SI DEVE"




23 NOVEMBRE  2014 - GIORNO 132 - CAMBIARE, SI DEVE

Proprio stamattina per lavoro mi trovavo ad un convegno sulle Missioni. Fare volontariato è sempre stato uno dei miei sogni nascosti, di quelli che ogni tanto tiri fuori, li spolveri un po’ fantasticandoci su e poi li rimetti li, ben riposti a marcire. E ora mi imbatto in un bellissimo blog di una donna che ha fatto del volontariato la sua vita. Al suo articolo sono arrivata per caso, ma ormai io so bene che nulla accade senza una ragione, attratta dal titolo: " Le malattie psicosomatiche sono angeli custodi, se le ascolti guarisci". Io ne so qualcosa, di angeli, ma anche di malattie psicosomatiche. 

Da quando avevo 19 anni combatto con l’acne muovendomi tra momenti di quiete e altri di tempesta. Ma ora  ne ho 33 e sono ormai quasi tre anni che non solo non riesco a debellarla ma qualsiasi cura io faccia continua a peggiorare. Io le domande sull’ origine emotiva di questa malattia, che per me è diventata una vera ossessione nonche’ una buona ragione per rovinarmi la vita limitando i miei contatti con il mondo esterno, me le faccio ormai da tempo. Sebbene con un grande lavoro energetico e psicoterapeutico credevo di essere arrivata al nocciolo della questione ( la fine della convivenza col mio compagno, un amore che non ho sapete tenere al mio fianco nel dolore, il ritorno a casa dai miei, il rapporto con i miei genitori) la guarigione sembra ancora ben lontana

Ma oggi forse posso dire di conoscerne la ragione. Non basta guardarsi dentro e scoprire l’origine del nostro male. L’unica possibile guarigione e’ il cambiamento. E non parlo semplicemente di una trasformazione interiore, ma di prendere in mano la propria vita e cambiarne direzione, con azioni concrete e non con le parole o le intenzioni.

 Solo oggi leggendo quel blog ho preso  in considerazione una nuova domanda e un aspetto della questione che avevo completamente trascurato : “fai davvero il lavoro che ami?”. La risposta è ovviamente no. Ma le obiezioni della mia mente potete  immaginarle: con un posto fisso conquistato dopo 9 anni di precariato e un’Italia che va a rotoli vuoi lasciare l’unica certezza che hai al momento nella vita per inseguire la guarigione dell’anima? E qui la risposta dovrebbe essere un SI a caratteri cubitali.

 Il buon senso pero’ bisogna farselo amico, anche se spesso è il nostro peggior consigliere.D'altra parte questo lavoro che non ho scelto ma che mi è capitato, è cio' che  mi permette di avere una base da cui partire e una fonte a cui continuare ad attingere per realizzare la vita che desidero.

E allora CAMBIARE non solo si puo’. Cambiare SI DEVE. E non significa alzarsi una mattina e rassegnare le dimissioni.   Ma dare il giusto peso ad ogni azione che compiamo. Dare il giusto valore ad ogni minuto di ogni giornata. Muoversi nella direzione dei nostri sogni a passi piccoli ma decisi. Perche’ sono convinta che dopo pochi passi ci ritroveremo ad aver aperto ali che nemmeno sapevamo di possedere.

Kshamati

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